Descrizione
Figline vegliaturo è uno dei tanti paesi che sorgono intorno a Cosenza quasi a formarne una corona e sono detti Casali di Cosenza. In particolare sono denominati Casali del Manco e Casali del Destro.
I Casali del Manco sono quelli posti sui declivi della Presila, nella cosiddetta “manchia”, la parte che non viene direttamente illuminata dal sole che sorge.I Casali del Destro sono quelli che il sole illumina al suo sorgere e sono posti sulle alture del versante interno della Catena Paolana. E’ tradizione che avessero avuto origine dall’esodo dei cosentini dalla città attaccata dai Saraceni, nel corso del decimo secolo, ma, anche se questo è avvenuto, è credibile che quei cosentini fuggiaschi abbiano trovato accoglienza presso nuclei di abitazioni già esistenti. Da questo evento quei villaggi ospitanti si incrementarono, presero più consistenza e organizzazione urbana.Circa l’origine dei Casali ci sono però diverse ipotesi. Gli storici contemporanei non accettano l’ipotesi che vuole i Casali sorti a causa delle incursioni saraceniche.
Ritengono invece più probabile che la zona collinare tra i 400 e gli 800 metri sul livello del mare, sia stata la più idonea, come in tutta l’area del Mediterraneo, per le condizioni climatiche che consentivano l’insediamento di nuclei abitativi stabili per l’agricoltura e soprattutto per l’allevamento del bestiame, fin dal tempo dei Romani o anche prima. Collegati e parte integrante della città di Cosenza erano del Regio Demanio e non feudali come la quasi totalità dei comuni durante tutta la storia del Regno di Napoli al quale appartennero i Casali fino all’Unità d’Italia. Tuttavia per le difficoltà economiche che affliggevano il vicereame spagnolo furono venduti il 1644 al Granduca di Toscana, ma ritornarono tre anni dopo al Regio Demanio. Al momento della vendita i casali erano 82 tra piccoli e meno piccoli. Di questi oggi 26 costituiscono comune.
Fino al 1808 i Casali di Cosenza erano suddivisi in venti baglive o in ventuno come ritengono alcuni tra cui Domenico Martire che le elenca così: Castiglione, Corno, Zumpano, Rovito, Celico, Spezzano grande, Spezzano piccolo, Pedace, Pietrafitta, Aprigliano, Donnici, Figline Vegliaturo, Mangone, Rogliano, Carpanzano, Grimaldi, Belsito, Paterno, Dipignano e Terzano.
La bagliva di Figline , oltre all’ abitato di Figline, comprendeva i villaggi di Piane, Francolisi, Cellara, Sant’Angelo delle Chiusure.
Davide Andreotti, storico, autore di una voluminosa opera intitolata “Storia dei Cosentini” scrive: “Uno di quei paesi che con tutta certezza non fu fondato dai cosentini all’ epoca dell’invasione saracenica, ma che in questa epoca fu ripopolato dai cosentini è Figline, la patria di Tommaso Aceti, a cui tanto deve la Calabria, per le sue note eruditissime apposte all’opera del Barrio. Veramente trovandosi tra i ruderi della vecchia Figline delle immagini gotiche e delle monete antichissime non pare che l’origine di questo paese possa scendere al 975”. Infatti è difficile pensare che tutta la zona della Presila, dove ora sorgono i Casali, possa essere stata disabitata fino a circa l’anno 1000. Alcuni rinvenimenti archeologici riferentisi all’epoca greco-romana come le terrecotte di Altilia e Grimaldi, le monete di Santo Stefano di Rogliano, il sepolcreto di Trenta, ne testimoniano l’antichità. Per quanto riguarda Figline, il ritrovamento avvenuto negli anni tra il 1870 e il 1880, durante gli scavi per la costruzione di una casa colonica, di quattro tombe risalenti al tempo dei romani attestano una frequentazione del territorio in data molto anteriore all’invasione saracenica. Da una di queste sepolture proviene una coppa, conservata presso il museo civico di Cosenza (inv n. 892).
Secondo lo storico Tommaso Aceti: “si deve pensare che questa cittadina (Figline) abbia preso il nome da Elena, un tempo chiamata Feleni, secondo la testimonianza di Dionigi D’Alicarnasso; che sia stata costruita o sia stata accresciuta dai resti dei Sibariti, come è la tradizione degli abitanti, o dagli Enotri, che amavano abitare i luoghi alti”.
Secondo il Padula il nome deriverebbe dal caldeo Hilhin che significa “le coste”. Questa voce sarebbe poi diventata Filhin e quindi Figline.
Secondo altri tra cui il Rohlfs, il nome deriverebbe da figulina- ae che significa cava di argilla, o anche fabbrica di lavori di argilla. Come anche per di Figline Valdarno è questa l’etmologia più probabile e porterebbe l’origine del paese almeno all’epoca romana.
Nei documenti più antichi Figline è detto Philinum, Philenum, Philanum, Fillenum, Felinum, Nel documento più antico che riguarda figline è riportato nel “Regesto” del Russo e vi si legge che figline insieme con altri paesi viene data in feudo a Othono Patavino : "10 giugno 1077. Othono Padavino, nobili Veneto et Apostolicae Sedis feudatario et gubernatori in civitata Cusentiae, terrarum Altiliae, Argusta, Sopitus, Stafignano, Cefiso, Sopravise, Carpenzano, Cellara, Cuti, Calvisi, Felglini, Rigliani etc. concedit ei ad tenendum in feudum terras nominatas; nuntiat Roberto Guiscardo Normandiae, Duci Apuliae, confalonerio et vicario S.R.E. mandavisse ut omnes officiales et subditi privilegium hoc observent”.
Sull’autenticità del documento ci sono però dei dubbi per cui primo documento può essere considerato un diploma di Guglielmo II dell’anno 1138 mese di gennaio riportato dall’Aceti nelle annotazioni all’opera del Barrio nell'elenco del luoghi distrutti: dove si legge che Clausura ,villaggio di Figline, ora comunemente detto S. Angelo delle chiusure, presso Cellara è concesso ai monaci Benedettini.
Concessione che viene confermata dal Papa Innocenzo II con una bolla del 18 maggio 1140 in cui si dice che al Monastero di S. Maria di Valle Josaphat è confermata la donazione fatta da Arnolfo Arcivescovo Cosentino: “Item in eadem parochia prope Philinum ecclesiam sancti Angeli cum casali et villanis et possessionibus suis , a quodam nobili viro datis nomine Radulphus."
Con l’ordinamento amministrativo del 1799 divenne Comune nel Cantone di Cosenza.
Con la legge19-1-1807 fu considerato Luogo, cioè Università nel governo di Pietrafitta. Con decreto del 4-5-1811 istitutivo dei Circondari diventò Villaggio di Piane nel Circondario di Aprigliano.
Questa sistemazione venne confermata dai Borboni, al loro ritorno nel Regno dopo la caduta dei Napoleonidi, con la legge dell’ 1-5-1816. Il 18-10-1833 fu di nuovo comune autonomo. Con decreto del 13-12-1863 assunse il nome di Figline Vegliaturo. La deliberazione del consiglio comunale è del 15 ottobre 1863: “Considerando che diverse corrispondenze epistolari tanto dei privati, che delle pubbliche amministrazioni, son qui pervenute per identità del nome del comune che riscontrasi con altri del Regno. Considerato, che ad evitarsi gli equivoci e la dispersione della corrispondenza soprattutto per il detto inconveniente, è necessario fare un’aggiunta alla denominazione del Comune.
Il Consiglio, accogliendo favorevolmente la proposta del sindaco, unanimemente delibera volere aggiungere a questo Municipio la denominazione di Figline Vegliaturo.